Dal 9 giugno al 7 luglio sul sito della Commissione Europea è aperta una consultazione riguardante un atto delegato che andrebbe a modificare gli standard di rendicontazione proposti dall’EFRAG, gli ESRS, al fine di avere un allentamento della direttiva CSRD.
Se l’atto delegato fosse adottato allo stato attuale, sarebbe prevista in primis un’introduzione più graduale di alcuni requisiti legati alla sfera Environmental, non legati alla crisi climatica, ma anche di alcuni legati all’ambito Social quando relativi a questioni non necessariamente prioritarie per l’azienda.
Ciò si traduce nella possibilità di omissione, nel primo anno, di informazioni relative a inquinamento, acqua, biodiversità, all’utilizzo di risorse naturali e alcuni dati sui dipendenti in termini di protezione sociale, disabilità, malattie legate al lavoro ed equilibro vita-lavoro. In aggiunta si dà la possibilità di omettere, sempre per il primo anno le emissioni di gas serra Scope 3 per le imprese con meno di 750; per queste aziende e per i temi relativi a biodiversità, forza lavoro nella catena del valore, comunità, consumatori ed utenti finali, il periodo di transizione è di due anni.
Diventerebbero volontarie e non più obbligatorie informazioni quali i piani di transizione per la biodiversità e indicatori relativi ai lavoratori non dipendenti.
La ratio insita in questo atto delegato sta nell’aumentare la gradualità di cui le imprese, soprattutto quelle che si dovranno approcciare per la prima volta a questo tipo di rendicontazione, possono godere. Non solo, l’atto delegato propone anche una stima sul risparmio che l’adozione dello stesso porterebbe alle aziende.
Dall’altra parte però questo rappresenterebbe con grande probabilità un passo indietro rispetto a quanto inizialmente previsto dalla CSRD, rischiando di comprometterne l’efficacia e l’attuazione nel quadro di normative previsto dall’Unione Europea.
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