I green bond, o obbligazioni verdi, sono degli strumenti finanziari progettati per sostenere investimenti e attività con impatto positivo sull’ambiente e/o che permettono di affrontare le problematiche legate al clima. Sono dunque usati da governi e aziende per ottenere le risorse finanziarie necessarie a supportare azioni a favore della transizione sostenibile e di un sistema economico a basse emissioni di CO2.
Nonostante il trend di crescita del mercato delle obbligazioni verdi (+50% all’anno tra il 2015 e il 2020 a livello europeo e globale e +75% tra il 2020 e il 2021, stando ai dati UE) ad oggi non esiste ancora uno standard uniforme per i green bond,elemento che ha costituito un freno per lo sviluppo del mercato ed elevati rischi di greenwashing.
Le cose però stanno cambiando. A fine febbraio 2023, Parlamento e Consiglio UE hanno raggiunto un accordo sullo standard europeo per le obbligazioni verdi e ad Ottobre 2023 i deputati hanno adottato in via definitiva una nuova normativa per l’uso volontario del marchio “green bond”, il primo del suo genere al mondo.
Il regolamento stabilisce norme uniformi per gli emittenti di obbligazioni che desiderano utilizzare la denominazione “obbligazione verde europea” o “EuGB” per la commercializzazione dei loro titoli.
Tra gli obiettivi delle nuove regole vi è quello di consentire agli investitori di indirizzare i loro fondi verso tecnologie e imprese sostenibili con maggiore fiducia. Inoltre, la società che emette l’obbligazione potrà avere maggiore certezza che il bond sarà adatto agli investitori che desiderano aggiungere obbligazioni verdi al proprio portafoglio. L’auspicio è quindi che lo standard aumenti l’interesse per questo tipo di prodotto finanziario e che sostenga la transizione dell’UE e gli obiettivi di neutralità climatica.
Le norme sono in linea con i criteri della Tassonomia dell’UE, che definisce quali attività economiche sono considerate ecosostenibili, e i proventi dei bond emessi secondo il nuovo standard europeo per le obbligazioni verdi devono essere investiti in attività che sono in linea con la tassonomia.
Tutte le imprese che scelgono di adottare il marchio EuGB quando commercializzano green bond, saranno tenute a rispettare anche una serie di misure, fra cui la divulgazione di informazioni rilevanti su come saranno utilizzati i proventi del titolo. Dovranno inoltre impegnarsi a predisporre una strategia per la transizione verde dell’impresa e dimostrare come tali investimenti contribuiscono alla sua realizzazione.
Tali obblighi di informativa, stabiliti in cosiddetti “formati modello”, potranno essere rispettati anche dalle società che emettono obbligazioni che non sono ancora in grado di rispettare tutte le norme dell’EuGB, ma che desiderano comunque manifestare le loro aspirazioni di rispettare l’ambiente.
Il regolamento istituisce un sistema di registrazione e un quadro di vigilanza per revisori esterni delle obbligazioni verdi europee, stabilendo che gli eventuali conflitti di interesse, effettivi o potenziali, che li possano riguardare debbano essere adeguatamente identificati, eliminati o gestiti, e divulgati in modo trasparente.
Fino a quando la tassonomia non sarà pienamente operativa, gli emittenti di un’obbligazione verde europea dovrebbero garantire che almeno l’85% dei fondi raccolti dall’obbligazione sia destinato ad attività economiche in linea con i criteri della tassonomia. L’altro 15% può essere assegnato ad altre attività economiche, a condizione che l’emittente rispetti i requisiti sulle informazioni sulla destinazione dell’investimento.